Tesori d’archivio: viaggio nella memoria della professione medica con uno sguardo al futuro
Adelina Canuto Rossi, laureata nel 1897, iscritta nel 1912 e cancellata nel 1941, è la prima donna ad iscriversi all’Ordine dei Medici di Torino. Emilia Tola Palmegiani, laureata nel 1927, scrive che non esercita la sua professioni per “ragioni di indole familiare”. Rita Levi Montalcini, laureata nel 1936, viene radiata nel 1940 perché ebrea. Si riscrive nel 1945. Nel 1959 si dimette perché si trasferisce in Missouri, a Saint Louis. Nel 1947 dichiara che non pratica più la professione medica “essendosi dedicata alla carriera scientifica pura”. Nel 1920 Carlo Trinchieri chiede all’Ordine l’autorizzazione di affiggere nelle farmacie locali una targa come specialista nel trattamento della sciatica.
Un vero tesoro di storie e vite professionali è stato trovato e schedato nell’archivio di Villa Raby, sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Torino che quest’anno, per la prima volta, partecipa alla Notte degli Archivi, aderendo al festival Archivissima 2025 con l’obiettivo di valorizzare la ricchezza del proprio patrimonio archivistico e promuoverne la conoscenza mediante l’apertura straordinaria della sede e dell’archivio storico, un viaggio nella storia che racconta gli sviluppi e l’evoluzione della professione medica e odontoiatrica. Un lavoro certosino di schedatura iniziato nel 2024, 12.500 fascicoli dei medici iscritti all’Ordine a partire dal 1912. Ad oggi sono stati schedati circa 8.000 fascicoli, fino al 1973.
Giuseppe N., nato nel 1895, è accusato di pubblicità illecita, prima come medico che ha inventato "un metodo speciale per la cura dell'ulcera gastro duodenale", poi perché ha aperto uno studio medico dentistico con prestazioni anche in alberghi. Vendeva direttamente farmaci ai suoi pazienti. Le denunce nei suoi confronti sono arrivati da vari Ordini dei Medici di Italia e anche da molti pazienti privati stupiti per le sue visite a tariffe altissime. Molto altro è racchiuso nei documenti di Omceo, anche la pubblicazione a stampa dell’allora “Nuovo ospedale Martini” di corso Ferrucci inaugurato nel 1911 dal fondatore Enrico Martini.
Nel complesso, l’archivio conserva e custodisce fascicoli, atti e documenti di grande interesse storico e culturale, fra i quali il primo Codice di deontologia medica, approvato a Torino nel 1912, all’indomani della promulgazione della Legge n. 455 istitutiva dell’Ordine. Il documento, di cui si conserva una copia originale, ha dato origine al primo Codice unificato di deontologia medica pubblicato nel 1924 e ha ispirato il successivo Codice deontologico del 1958, dal quale sono derivati i successivi, fino all’ultimo approvato nel 2014. Allora, il paziente era “un cliente” e i rapporti fra colleghi regolamentati in dettaglio. Si approfondisce anche il tema della pubblicità, condannando “qualunque forma di pubblicità fatta dal medico con metodi ciarlataneschi per conquistarsi clientele”, e nei fascicoli ritrovati in archivio si conferma che in più occasioni, negli anni, l’Ordine è stato costretto a intervenire.
(per saperne di più: https://ilpunto.it/etica-e-
Ci sono gli albi professionali formati nel periodo del regime fascista, l’albo separato degli “ebrei discriminati”, i fascicoli personali di medici che sono stati iscritti, Renato Dulbecco, ad esempio. Analizzando la documentazione si rintracciano visioni che consentono di fare una passeggiata nel futuro della professione e della medicina torinese. In linea con il tema dell’edizione 2025 “Dalla parte del futuro”, il programma prevede di raccontare, attraverso l’esame del materiale d’archivio, gli sviluppi di alcune tematiche di particolare attualità con ricadute su un’ampia fascia di pubblico, sulla pubblicità sanitaria, le fake news , l’accesso alla professione medica da parte delle donne, l’esercizio delle discipline mediche non convenzionali. Si discute di pranoterapia e fitoterapia.
Venerdì 6 giugno a partire dalle 18.30 alle 22.30, nella sede di Omceo di corso Francia 8, la documentazione sarà esposta e sono previsti brevi interventi di approfondimento, relazioni e contenuti multimediali che accompagneranno i visitatori nel percorso, con la possibilità di ammirare alcuni spazi di rappresentanza della Villa Raby che costituisce uno degli esempi più emblematici di architettura Liberty. Nelle sale saranno disponibili alcuni documenti originali più significativi dell’archivio storico dell’OMCeO, che verranno contestualizzati e interpretati grazie alla visita guidata a cura delle archiviste, Benedetta Gigli e Diana Cossa.
È importante prenotare compilando il modulo al link: https://omceo-to.it/
Sono previsti 15 posti per ogni fascia oraria.
In caso di rinunce qualche posto sarà disponibile poco prima dell’evento direttamente in sede.
Foto disponibili al seguente link: https://omceo-to.
Torino 3 giugno 2025
Per info Sara Strippoli 368/3292866