Abbiamo ritrovato traccia della documentazione sulle origini della Società medico-chirurgica torinese presso l’Archivio di Stato di Torino, in cui è conservato il carteggio tra i primi promotori della Società e l’Autorità che doveva concedere l’autorizzazione alla sua creazione.
Nel dicembre del 1819 -ancora in piena Restaurazione- venne firmata da diciannove medici, tutti titolari di incarichi nelle strutture sanitarie o docenti della facoltà di medicina della città, una supplica affinchè fosse concessa la possibilità di incontrarsi periodicamente per dibattere su argomenti medico-scientifici.
Si richiedeva inoltre che venisse concessa la possibilità di pubblicare i resoconti di queste sedute su di una rivista. I firmatari della richiesta erano: Lorenzo Martini, Sacchetti, Pasero, Buosa, Averardi, Schina, Moris, Ricci, Griffa, Gallo, Bertini, Barovero, Riberi, Barbaroux.
Concessa l’autorizzazione dal Direttore Generale del Gabinetto di Polizia del Ministero degli Interni nel febbraio del 1821, si effettuarono le prime adunanze. Esse potevano aver luogo solo in forma strettamente privata, non essendo concessa alcuna possibilità di riunioni pubbliche.
La situazione politica dello Stato sabaudo non era tranquilla mentre venti rivoluzionari soffiavano in altri stati italiani e la reazione rabbiosa austriaca si faceva sentire assai forte. L’attività pubblica della illustre Accademia delle Scienze, era stata sospesa; le lezioni presso l’Università, già sospese per un certo tempo per paura di possibili manifestazioni studentesche, erano state appena riprese.
I resoconti, le memorie e i lavori originali dei Soci presentati nelle sedute private, vennero pubblicati sul ”Repertorio delle Scienze fisico-mediche”, rivista scientifica già in attività da alcuni anni dedicata alla pubblicazione di temi scientifici di varie discipline.
I resoconti delle sedute furono regolarmente pubblicati su questo Giornale quando, nel 1832, i soci della Privata Società Medico-Chirurgica, rivolsero una supplica al Sovrano per ottenere la sovvenzione ad una rivista esclusivamente dedicata a temi medici sui lavori della Società Medico-Chirurgica.
Questa richiesta è conservata nell’Archivio di Stato, tuttavia non è stata rinvenuta alcuna traccia di risposta della Segreteria di Stato. Quattro anni più tardi, nel 1836, finalmente vide la luce il primo numero del “Giornale delle Scienze Mediche” organo ufficiale della Società Medico-Chirurgica, edito in Torino dal libraio Reviglio.
Erano estensori e compilatori del Giornale i Soci Bellingeri, Bertini, Bonacossa, Bonino, Demarchi, Ferro, Fiorito, Girola, Maffoni, Riberi, Schina, Sperino.
Nel 1838 i Soci erano 29. Obbiettivo dichiarato del sodalizio era la diffusione di tematiche culturali e di rinnovamento scientifico per il miglioramento della classe medica piemontese. Alla luce di questi intendimenti, proprio in quell’anno, venne richiesto ed ottenuto dalla Segreteria di Stato, l’ampliamento del numero dei Soci a 36. Nel 1848 nuova richiesta di ampliamento che portò il numero di soci a 40.
Nel frattempo, nel 1842, la Società ottenne il riconoscimento statale che garantiva il sovvenzionamento per le spese di pubblicazione e per le attività di gestione e soprattutto la possibilità di effettuare quattro riunioni pubbliche all’anno. Queste riunioni ebdomadarie si facevano comunque alla presenza di un delegato di polizia incaricato del controllo.
Il 10 febbraio 1846, con decreto reale segnato Carlo Alberto, la Società venne elevata al rango di Reale Accademia Medico-Chirurgica. Essa ha svolto la sua attività scientifica e redazionale ininterrottamente fino ad oggi. Infatti attraversa la lettura delle pagine del Giornale dell’Accademia si compendia tutta la storia della medicina piemontese dal primo ottocento ai giorni nostri.
Non va infine dimenticato il ruolo che l’Accademia, agli inizi della sua attività, ebbe nella formazione della Facoltà di Medicina, quando per sua iniziativa, a partire dal 1848, sorsero le nuove cattedre di Anatomia Patologica, Anatomia Comparata, Clinica Oculistica, Clinica delle Malattie Mentali, Storia della Medicina e Patologia Generale. Tutte le grandi scoperte hanno avuto la loro rappresentazione in questa sede: qualche volta con il privilegio della “prima comunicazione”, in tanti altri casi come commento o come completamento di studi da altri e in altre sedi intrapresi.