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Covid e radiazioni ultraviolette, relazioni ed effetti benefici in uno studio

Gennaro di Finizio

Sono ormai tanti gli studi che provano a comprendere le modalità di diffusione del Covid-19, uno degli ultimi riguarda la correlazione con i raggi UV.

 

 

La Pandemia continua a cavalcare inesorabile su buona parte del pianeta. Mentre in Cina la situazione sembra essere tornata in uno stato di apparente normalità, in Europa il Covid-19 tiene banco un po’ ovunque. L’Italia è alla prese, tra le altre cose, con una crisi di Governo che ovviamente non giova a quello che riguardano le decisioni in merito all’arginamento della Pandemia.

Siamo entrati, in questa fase, in quella che molto definiscono ormai terza ondata. Anche se il nostro paese al momento non ha ancora visto dei picchi nel numero di contagi come già accaduto da qualche settimana in Gran Bretagna o Germania. Merito, forse, di quelle che sono state le norme imposte nel periodo di Natale, o magari no. Resta il fatto che, per ora, la situazione appare parzialmente sotto controllo. I numeri, va specificato anche questo, sono comunque tragici, con centinaia di morti ogni giorno.

Sono passati mesi, ormai, dall’inizio di questo incubo e sono tanti gli studi che sono partiti. Una delle principali necessità è quella di comprendere il comportamento del virus, e cosa – ad esempio in Italia – renda cosi alto il numero di decessi, o per quale motivo alcune regioni sono più colpite rispetto ad altre.

Un interessante studio, è stato condotto da Giancarlo Isaia, Professore di Geriatria all’Università di Torino e Presidente dell’Accademia di Medicina, e da Henri Diémoz, Ricercatore dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Valle d’Aosta. Questo si è soffermato su quello che riguarda l’incidenza dei raggi ultravioletti sulla diffusione del virus.

 

Covid e raggi UV, uno studio evidenzia le relazioni

In sostanza, questo studio tutto italiano (pubblicato sulla rivista “Science of the Total Environment”), ha provato ad evidenziare eventuali collegamenti, all’interno del contesto italiano, tra il Covid-19 ed i raggi ultravioletti. Il coinvolgimento, dunque, nella diffusione del virus, non solo dell’interazione tra le persone, ma anche di alcuni fattori ambientali e non solo.

Proprio per questo, è presa in esame la diffusione spaziale dell’epidemia in Italia durante il periodo della sua prima ondata (ovvero nei mesi febbraio-maggio 2020). Quest’ultima caratterizzata da un maggior impatto nelle regioni settentrionali. Il risultato, di fatto, è decisamente interessante.

Viene evidenziata, infatti, una “correlazione statisticamente molto significativa fra il numero di decessi e di pazienti affetti da COVID-19 in ciascuna regione italiana e l’intensità della radiazione ultravioletta (UV) solare”. Insomma, ci sarebbe qualcosa che ha condizionato la trasmissione del virus al di là del cosiddetto distanziamento sociale.

Sono emerse, poi, anche altre correlazioni, sebbene meno significative rispetto a quella con la radiazione UV, anche con altre variabili. Da quelle ambientali ( come ad esempio la temperatura dell’aria), quelle sociali (il numero di residenti nelle RSA) e anche cliniche (la mortalità media per malattie cardiovascolari e diabete).

Da tutto questo vengono fuori, insomma, gli effetti benefici che i raggi Uv avrebbero proprio sulla diffusione del virus SARS-CoV-2 ed anche – viene specificato – sulle sue manifestazioni cliniche.

Quello che risulta infatti, sarebbe proprio il modo di neutralizzare direttamente il virus dei raggi UV, ma anche di favorire la sintesi di vitamina D. Quest’ultima, infatti, per le sue proprietà immunomodulatorie, potrebbe svolgere un ruolo antagonista dell’infezione e delle sue complicanze cliniche.

 

Fonte: https://www.kronic.it/2021/01/29/covid-e-radiazioni-ultraviolette-relazioni-ed-effetti-benefici-in-uno-studio/